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Approccio all'IA

Approccio all’IA

Una semplice riflessione, visioni da un altro mondo

Noi, nella realtà quotidiana, inglobiamo nella nostra esistenza cognitiva (cioè nella memoria a lungo termine), tutte quelle realtà  che sono frutto di interazioni multiple e continuative nel tempo. Visioni da un altro mondo possono influenzare queste interazioni, offrendoci prospettive nuove. Non stiamo parlando di rapporti che capitano una sola volta, in un attimo, in un particolare momento della vita, ma stiamo parlando di quelle interazioni che entrano pian piano nelle nostre abitudini più frequenti. Le relazioni intessute in questo modo si configurano come uno strumento per la lettura del reale. In poco tempo ci rendiamo conto di quanto questo strumento – che fino a poco tempo fa ritenevamo ausiliare – ad un tratto ci appare utile, che dico utile, fondamentale! 

Non si scappa, quello che può fare una macchina in certi casi non lo può fare un uomo. Non parliamo in termini qualitativi poiché l’uomo può  eguagliare – se non superare – il singolo manufatto della macchina. Stiamo parlando in questo caso, in un’ottica quantitativa. Ci riferiamo a quanto l’uomo non può essere in grado di produrre contenuti standardizzati all’infinito. Cosa in cui – per definizione – le macchine sono predisposte. Per evitare queste oscillazioni di produzione, la macchina ci viene in soccorso e, entrando nello specifico, l’intelligenza artificiale ci può essere d’aiuto.

Approcio all'ia 2

Il mio rapporto con L’IA

Costanti influenze in un reciproco scambio che unisce

L’anteprima del riscontro di questa sensazionale tecnologia che sconvolgerà l’essere umano negli anni a venire l’ho avuta preparandomi per un esame d’informatica di base. Sfogliando tra le prime pagine di questo piccolo libro, c’è una definizione che rivoluziona il rapporto tra essere umano e essere computazionale ed è quella relativa alla teoria di Church-Turing. In poche parole questa teoria è riassumibile in questa affermazione: “ogni calcolo matematico che può affrontare l’essere umano, lo si può fare attraverso la macchina di Turing”.

Traslitterando in tempi moderni vuol dire che ogni calcolo immaginabile dall’uomo lo si può fare attraverso un computer. In questa affermazione c’è tutta la spiegazione della capacità di calcolo che può produrre l’intelligenza artificiale. Un po’ tutti abbiamo un rapporto diretto con l’app di messaggistica istantanea WhatsApp. Tra i tanti aggiornamenti che si sono succeduti nel tempo, uno in particolare ha inserito una funzionalità  rivelatasi per certi versi sublime: Meta AI. Con lei puoi sapere cose, per te oscure, in un istante. Puoi chiedere conforto, consigli d’amore o addirittura placare la tua ansia avendo un resoconto simil-medico (mi raccomando, se hai bisogno di un medico rivolgiti ad un medico). Per altri versi sicuramente mi capiterà di utilizzare l’AI per altri scopi. Basta far passare il tempo, facendo fluire questa tecnologia nei meandri dell’attività quotidiana in una forma sempre più pervasiva, sempre più democratica.

Pareri personali sull’IA

Tra terra e anima quello che si deve fare

Normalmente si fanno tante cose senza pensare, semplicemente perché ci hanno influenzato, perché è giusto così. Siamo esseri senzienti ma non difformiamo più di tanto da una qualsiasi entità animale che abbia un certo modo di vivere e – se si può dire – sociale. Trasformiamo l’ambiente che ci circonda per il nostro tornaconto personale e di gruppo. Allora che cosa ci rende veramente unici come specie rispetto agli altri esseri viventi o prodotti  dell’artefizio umano come computer o altre macchine? La presa di coscienza che siamo un più di un mero essere materiale e che non tutto si può spiegare con la mera logica. Ecco, l’intelligenza artificiale andrà a compensare tutti quegli esercizi e quelle operazioni pratiche che l’uomo dai momenti più antichi a quelli più recenti ha sempre fatto come costruire, inventare e prevedere fenomeni che inizialmente ci possono apparire ignoti. Questo per molti è un male poiché nella società insabbiata integralmente in una visione così tecnocratica (cioè basata completamente su un sapere formale, logico, manifesto) l’uomo perde totalmente di valore. Quale sarebbe allora l’alternativa? Prima di tutto all’intelligenza artificiale affidiamo tutte quelle competenze che riguardano la scienza applicata come ingegneria, calcoli e così via. All’uomo spetta il compito di curarsi più del suo essere, cercando l’armonia di vita e curandosi più del suo corpo, del suo spirito. Dovremmo cercare di evitare così arrivismi e conflitti inutili frutto dell’ingordigia di potere e successo. Questo dobbiamo fare, questo dobbiamo essere.

Tante cose da dire ma questo è solo un assaggio

In questo articolo vi ho portato nella mia dimensione, di come vedo il ruolo dell’IA e del mio personale approccio a questo strumento che tante soddisfazioni ci darà. Il mio lavoro consiste nell’approcciare all’argomento in chiave positiva ma realistica. Con i miei articoli vorrei spingervi ad assumere una prospettiva d’analisi che sia attinente alle effettive potenzialità che questo strumento può dare evitando esuberanze positive o pessimi catastrofismi. Perché l’ignoranza è il prodotto degli estremismi non della reale conoscenza. Mando un grazie a chi mi legge e a chi mi leggerà sapendo che questa è una strada che voglio proseguire con fruttuosa costanza.

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A presto, Kevin.